IL LAVORO

Lo stile della sinistra radicale in tema di lavoro è sempre stato uno stile ideologico-filosofico (teoria dell'operaio-massa, teoria del lavoratore autonomo, teoria del capitalismo cognitivo ecc.), Basta con questo approccio, partiamo dai numeri e ragioniamo di quelli. Partiamo dalle parole, dalle espressioni in voga quando si parla di lavoro, e proviamo a scombinare il discorso ufficiale, dimostrare sui numeri e sul lessico la sua vuotezza.


 

Ragioniamo sui numeri

 

Le principali fonti su cui si basano riflessioni e previsioni relative al mercato del lavoro in Italia sono periodicamente pubblicate dal CENSIS (il Centro per lo Studi Investimenti Sociali, una fondazione di ricerca socioeconomica che lavora prevalentemente per la pubblica amministrazione), dal CNEL (il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, organo previsto dalla Costituzione per la consulenza alle Camere e al governo in materia di lavoro) e dall'ISFOL (l'Istituto per lo Sviluppo della Formazione professionale dei Lavoratori, ente pubblico di ricerca scientifica).

 

Sergio Bologna ha curato per LUMHI il commento dei più importanti documenti ufficiali usciti negli ultimi due anni. Ne risulta un quadro paradossale: i maggiori esperti, le "voci ufficiali" che fanno opinione e contribuiscono a delineare le politiche del lavoro, rimangono legati a schemi interpretativi spesso contraddetti dai dati stessi di cui si servono.

Si veda ad esempio il Rapporto CNEL 1997-2001, nel quale si vanta un successo delle politiche di "flessibilizzazione" in verità non giustificato dalle conseguenze sociali, e in cui il caso del Nordest - regione tipica del lavoro autonomo - è trattato con numerose 

contraddizioni. O ancora gli studi del Censis, che affrontano superficialmente la figura del knowledge worker situandola in un'Italia innovatrice e meritocratica che non c'è, e magnificano le sorti del "lavoratore individualizzato" che preferisce stare al di fuori dei sistemi di tutela collettivi.

 

Il lavoro nel postfordismo. Materiali commentati da Sergio Bologna

SERGIO BOLOGNA ha insegnato storia del movimento operaio e della società industriale in varie università e diretto la rivista «Primo Maggio». Dal 1985 svolge attività di consulenza. Fa parte del comitato scientifico della Fondazione di Storia sociale del XX secolo di Amburgo e della Fondazione Micheletti di Brescia

 

-> 1. Il “Rapporto sul mercato del lavoro 1997–2001” del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL)

 

-> 2. Gli studi del Censis ovvero il metodo della centrifuga

 

-> 3. Alcune note di commento al Rapporto IRES CGIL sui “lavori atipici” 2003 . Cosa pensa di fare la CGIL con i “lavori atipici”: commento al testo “Lavoro flessibile e diritti” (novembre 2002). Il Rapporto sui lavoratori autonomi dell’informatica dell’Istituto per il Lavoro e la Tecnica (IAT) di Gelsenkirchen (2003). Osservazioni finali

 

-> 4. Il nuovo Rapporto del CNEL sul mercato del lavoro (2003). Cosa è accaduto dopo l’uscita del libro sul lavoro autonomo di seconda generazione: una digressione. Il revisionismo del prof. Reyneri. Alcune riflessioni sui “numeri” dell’occupazione in Italia (aprile 2004)

 

Materiali sul postfordismo, i trasporti, i chainworkers

 

-> Intervento di Sergio Bologna al seminario sui chainworkers ***

-> Sergio Bologna, Logistica, trasporti e rischi di deindustrializzazione, in: «ItaliaMondo» ***

-> Sergio Bologna, The social pattern of knowledge workers: myth and reality, testo dell’intervento al «Humanities Conference», Prato, 20-22 luglio 2004

-> recesione di Sergio Bologna al libro di Steve Wright, Storming Heaven. Class composition and struggle in Italian Autonomist Marxism

 


I calzini del capitale

 

Da tempo Christian Marazzi svolge un prezioso lavoro di  ricerca su alcuni temi centrali dell'economia capitalistica e i suoi linguaggi, in particolare quelli riguardanti la new economy e la finanziarizzazione. Grazie alla sua cortesia, riportiamo qui alcuni dei suoi scritti più recenti comparsi in giornali e riviste.

CHRISTIAN MARAZZI, economista, ha insegnato in diverse università europee e alla State University di New York. È autore di vari saggi, tra cui E il denaro va (1998), Il posto dei calzini (1996; 1999), Capitale & linguaggio (2001; 2002)

-> Il denaro che parla, da «Inoltre», a. V, n. 6, inverno 2002, pp. 9-19

-> Sarà una bambina ..., pubblicato con il titolo L'inganno della baby sitter  ne «il manifesto» del 16.1.2004

 

-> Ricerca & Finanza, da «Posse», maggio 2004